La dura vita di un sedile perbene

Gentilissimi Signori dell' Associazione Der. et Ano.,
mi chiamo Sid Deal e svolgo la professione di sedile del treno da ormai quarantacinque anni. Fare questo mestiere è un onore ma, me lo si conceda, anche un onere.
In tutti questi anni di servizio non ho mai scritto al Vs. Comitato per la Tutela dei Diritti Sedili, ma oggi purtroppo si è verificato un episodio che non posso ignorare.
Ogni giorno lavoro dalle 7.00 alle 20.00 (ho tre seggiolini a casa da mantenere), potete quindi immaginare quanti individui strambi veda: signorine col didietro cicciottello fasciato in strettissimi pantaloni che si accomodano su di me, bambini che mi sporcano la divisa coi piedi, adolescenti che spargono briciole dappertutto...ma finora nulla di così raccapricciante come quello che sto per rivelare alla Vs. attenzione.
Stamane è salito sul treno un giovane; sembrava normale, tranquillo. Professionalmente ho aperto le braccia per accogliere le sue regali natiche. Il ragazzo si è seduto e ha preso una cosa dalla borsa.
Egregi Signori, mi duole rendervi partecipi di questo avvenimento ignobile, ma non posso fare altrimenti.
L'oggetto in questione era un libro di Fabio Volo.
Spero che comprendiate il mio disgusto e confido in una risoluzione rapida della faccenda. In caso contrario, io e parecchi colleghi per non incontrare più individui del genere saremo costretti a dimetterci da quest'incarico che abbiamo sempre svolto con dedizione e onestà.
Vi ringrazio per l'attenzione.
In fede,

Sead Deal

Il più grande scrittore italiano contemporaneo mentre crea.