Monday, February 20, 2012

Addio a Wislawa Szymborska

Ho appreso ieri con dispiacere che il primo febbraio è mancata la poetessa polacca Wislawa Szymborska. Aveva ottantotto anni ed era una delle personalità femminili più meritevoli nel campo della letteratura; io voglio ricordarla con questo omaggio, sperando che qualcuno possa leggere le sue righe, conoscerla ed apprezzarla.


Una delle tante date


Una delle tante date
Che non mi dicono più nulla.


Dove sono andata quel giorno,
che cosa ho fatto – non lo so.


Se lì vicino fosse stato commesso un delitto
- non avrei un alibi.


Il sole sfolgorò e si spense
Senza che ci facessi caso.
La terra ruotò
e non ne presi nota.


Mi sarebbe più lieve pensare
Di essere morta per poco,
piuttosto che ammettere di non ricordare nulla
benché sia vissuta senza interruzioni.


Non ero un fantasma, dopotutto,
respiravo, mangiavo,
si sentiva
il rumore dei miei passi,
e le impronte delle mie dita
dovevano restare sulle maniglie.


Lo specchio rifletteva la mia immagine.
Indossavo qualcosa d'un qualche colore.
Certamente più d'uno mi vide,


Forse quel giorno
Trovai una cosa andata perduta.
Forse ne persi una trovata poi.


Ero colma di emozioni e impressioni.
Adesso tutto questo è come
Tanti puntini tra parentesi.


Dove mi ero rintanata,
dove mi ero cacciata –
niente male come scherzetto
perdermi di vista così.


Scuoto la mia memoria –
Forse tra i suoi rami qualcosa
Addormentato da anni
Si leverà con un frullo.




Amore a prima vista


Sono entrambi convinti
che un sentimento improvviso li unì.
E' bella una tale certezza
ma l'incertezza è più bella.


Non conoscendosi prima, credono
che non sia mai successo nulla fra loro.
Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi
dove da tempo potevano incrociarsi?


Vorrei chiedere loro
se non ricordano -
una volta un faccia a faccia
forse in una porta girevole?
uno "scusi" nella ressa?
un "ha sbagliato numero" nella cornetta?
- ma conosco la risposta.
No, non ricordano.


Li stupirebbe molto sapere
che già da parecchio
il caso stava giocando con loro.


Non ancora del tutto pronto
a mutarsi per loro in destino,
li avvicinava, li allontanava,
gli tagliava la strada
e soffocando un risolino
si scansava con un salto.


Vi furono segni, segnali,
che importa se indecifrabili.
Forse tre anni fa
o il martedì scorso
una fogliolina volò via
da una spalla all'altra?
Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.
Chissà, era forse la palla
tra i cespugli dell'infanzia?


Vi furono maniglie e campanelli
in cui anzitempo
un tocco si posava sopra un tocco.
Valigie accostate nel deposito bagagli.
Una notte, forse, lo stesso sogno,
subito confuso al risveglio.


Ogni inizio infatti
è solo un seguito
e il libro degli eventi
è sempre aperto a metà.




La veglia


La veglia non svanisce
come svaniscono i sogni.
Nessun brusio, nessun campanello
la scaccia,
nessun grido né fracasso
può strapparci da essa.


Torbide e ambigue
sono le immagini nei sogni,
il che può spiegarsi
in molti modi.
La Veglia significa veglia
ed è un enigma maggiore.


Per i sogni ci sono chiavi.
La veglia si apre da sola
e non si lascia sbarrare.
Da essa si spargono
diplomi e stelle,
cadono giù farfalle
e anime di ferri vecchi
da stiro,
berretti senza testa
e cocci di nuvole.
Ne vien fuori un rebus
irrisolvibile.


Senza di noi non ci sarebbero sogni.
Quello senza cui non ci sarebbe veglia
è ancora sconosciuto,
ma il prodotto della sua insonnia
si comunica a chiunque
si risvegli.


Non i sogni sono folli,
folle è la veglia,
non fosse che per l’ostinazione
con cui si aggrappa
al corso degli eventi.


Nei sogni vive ancora
chi ci è morto da poco,
vi gode perfino di buona salute
e di ritrovata giovinezza.
La veglia depone davanti a noi
il suo corpo senza vita.
La veglia non arretra di un passo.


La fugacità dei sogni fa sì
che la memoria se li scrolli di dosso facilmente.
La veglia non deve temere l’oblio.
E’ un osso duro.
Ci sta sul groppone,
ci pesa sul cuore,
sbarra il passo.


Non le si può sfuggire,
perché ci accompagna in ogni fuga.
E non c’è stazione
lungo il nostro viaggio
dove non ci aspetti.

2 comments:

  1. Non la conoscevo e ti ringrazio per questo post. Queste tre poesie sono davvero emozionanti

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  2. E' vero Miki, è una poetica semplice ma bellissima. Sono contenta che ora ci sia una persona in più ad apprezzare questa donna!

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