Monday, February 27, 2012

"A piedi nudi sulla terra" - Folco Terzani


Due giorni fa, mentre il prof. di letteratura teatrale italiana blaterava chissà cosa su Carlo Goldoni, ho finito di leggere questo libro di Folco Terzani, figlio di Tiziano Terzani. Appena l'ho visto in libreria non ho potuto non comprarlo, dal momento che sono una grandissima ammiratrice del padre.
Sostanzialmente il volume è diviso in due parti.
Nella prima Folco racconta della sua vita una volta finito il college: insoddisfatto di una società interessata solo a produrre ricchezza, e non desideroso di farvi parte, comincia a viaggiare tra l'America e l'Asia, dove prima lavora per un anno alla Casa dei Morenti di Calcutta, e poi prova a intraprendere per un breve periodo il cammino del sadhu (o baba, asceta) sotto la guida di Baba Cesare. E' proprio a questo personaggio che sarà dedicata la seconda metà: una trascrizione dell'intervista, fedelmente riportata, sulla vita di questo torinese che ha ormai fatto della giungla indiana la sua casa.
Travolto in pieno dal movimento hippie, Cesare fin da giovane si divide tra l'Italia e l'India, un paese più permissivo, più autentico, dove le droghe non sono (inizialmente) condannate. Un luogo perfetto per lui e la sua compagna: possono viaggiare liberi, senza passaporto, senza dover rendere conto a nessuno dei loro "trip". A poco a poco Cesare si avvicinerà sempre di più alla cultura dei baba, fino a diventare uno di loro. Sono personaggi semplici, che non possiedono beni materiali, che vivono lontani dai condizionamenti della società e procedono nella loro ricerca di spiritualità, di religione in senso assoluto (Il ricercatore ricerca l'idea di dio, oltre le religioni). Siamo parte del tutto e il tutto è in noi: perchè dobbiamo affaticarci all'interno di una cultura che impone possesso, guadagno, egocentrismo? E' possibile intraprendere un cammino che ci riporti alle origini e che ci faccia vivere in armonia con la natura, facendoci sentire parte della Terra, senza alcuna preoccupazione se non quella di trovare una risposta alle grandi domande? Una vita di meditazione, di contemplazione, di "elevazione".

Mentre tutto il mondo è mosso dal desiderio del "sempre di più", i sadhu cercano di avere sempre di meno. Invece di buttarsi nell'oceano della complessità, risalgono come pesci il fiume della vita per tornare alla fonte, all'Uno dal quale tutto ha inizio. Tornano a verità che non sono antiche, ma eterne, e che d'improvviso, quando ne senti il bisogno, ridiventano completamente attuali.


E' per questo che Cesare, che pur non ha studiato molto e non è un erudito, trasmette a Fosco delle vere e proprie perle di saggezza filosofica: è un destino potenzialmente insito in ogni essere umano, ma che solo lui e pochi altri hanno deciso di mettere in atto.

Stilisticamente trovo che l'autore scriva bene, sebbene a mio parere sia ancora un po' "acerbo" e possa maturare.
In ogni caso, è sicuramente un libro davvero molto particolare e originale, che vi consiglio assolutamente di leggere sia perchè la vita di Cesare è straordinaria (termine da intendere in senso letterale), sia perchè propone degli ottimi spunti di riflessione sul mondo, la vita e la società, sia perchè, se vi piace la cultura indiana, è una bella fonte di notizie.
Termino riportando una citazione di Fosco (che a sua volta trascrive uno dei concetti cardine - e al tempo stesso antichissimo - dell'induismo) che mi ha richiamato alla mente questa bellissima poesia di Wislawa Szymborska. E' incredibile pensare come, a distanza di millenni, il pensiero umano graviti sempre intorno alle stesse idee...

Quello che avevo non era mio, me lo aveva dato qualcuno, e quel qualcuno l'aveva avuto da qualcun altro ancora...A chi appartengono, in fondo, tutte le cose?

Nulla è in regalo

Nulla è in regalo, tutto è in prestito.
Sono indebitata fino al collo,
sarò costretta a pagare per me
con me stessa,
a rendere la vita in cambio della vita.

E' così che è stabilito,
il cuore va reso
e il fegato va reso
e ogni singolo dito.

E' troppo tardi per impugnare il contratto.
Quanto devo
Mi sarà tolto con la pelle.

Me ne vado per il mondo
Tra una folla di altri debitori.
Su alcuni grava l'obbligo
di pagare le ali.
Altri dovranno, per amore o per forza,
rendere conto delle foglie.

Nella colonna Dare
Ogni tessuto che è in noi.
Non un ciglio, non un peduncolo
da conservare per sempre.

L'inventario è preciso,
e a quanto pare
ci toccherà restare con niente.

Non riesco a ricordare
Dove, quando e perché Ho permesso che aprissero
Questo conto a mio nome.

La protesta contro di esso
noi la chiamiamo anima.
E questa è l'unica voce
Che manchi nell'inventario.

4 comments:

  1. Accicazzus, deve essere una lettura decisamente interessante *_*
    se ti interessano libri a sfondo semifilosofico, posso darti un consiglio? Prova a leggere "Le quaranta porte" di Elif Shafak, è un romanzo, ma è anche pura filosofia sul senso dell'amore :D

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  2. Brava donzella, leggilo e poi fammi sapere se ti è piaciuto ;) Fantastico, grazie mille!!! Appena finisco tutti i libri impilati sul tavolo lo cerco ;)

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  3. Ciao Clara,
    anch'io sono una grandissima ammiratrice di Terzani padre, il suo libro: " Un indovino mi disse" è nella mia Top Five dei libri preferiti,lo avevo anche ascoltato molto volentieri, proprio ad una presentazione di quel libro molti anni fa. (era un uomo molto affascinante e aveva una bellissima voce). Alla fine della presentazione gli avevo detto, chiedendogli un autografo, che avrei voluto organizzare presto un viaggio in India e lui, insieme all'autografo, mi aveva lasciato il suo numero di telefono di New Dehli.Ho poi viaggiato molto in Oriente in questi anni e sono stata in India diverse volte portando sempre con me le sue considerazioni su Oriente e Occidente, sulla vita e sul mondo... "Un Indovino mi disse" l'ho riletto almeno tre volte. Credo che seguirò il tuo consiglio e leggerò " A piedi nudi sulla terra" Il titolo mi piace molto.
    Un saluto
    Silvia

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  4. Ciao Silvia! Cavolo che gentile, non so quante persone ti avrebbero lasciato il numero! Chissà che bello poter viaggiare in India ripensando a quello che aveva scritto..."Un indovino mi disse" è anche uno dei miei libri preferiti! Trovo che Terzani padre abbia una sensibilità particolare e sappia descrivere luoghi e vicende in maniera chiara e comunicativa come pochi altri. "A piedi nudi sulla terra" ha sicuramente un stile diverso, e baba Cesare è un personaggio...diciamo alternativo (alcuni probabilmente lo descriverebbero come un povero pirla drogato che gira a caso per l'India), ma secondo me la sua è comunque un'esperienza che va letta e può far riflettere. Fammi poi sapere cosa ne pensi del libro :) Un saluto!

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