Buongiorno carissime/i!
Se tempo fa abbiamo letto il Ritratto di Marilyn, oggi vediamo quello di un'altra icona di stile ed eleganza: l'amatissima Audrey Hepburn.
La parola a Fede!
Al momento di decidere la donna da
presentare nella “mia” rubrica ho cercato di fare mente locale su
tutte le caratteristiche che devono contraddistinguere una signora, e
soprattutto quali erano le caratteristiche di quelle famose
pubblicità che hanno dato il via a tutto ciò che mi disturbava maggiormente.
In questi mesi abbiamo dato grandi
esempi di lotta e di coraggio, esempi forti di donne che hanno
combattuto guerre di ogni genere.
Una caratteristica che ho sempre
ritenuto dover appartenere ad una signora è l'eleganza. Non quella
dei vestiti, non basta un abito firmato per essere elegante.
Capisco anche che dopo i forti esempi
che abbiamo portato fino ad ora parlare di eleganza possa sembrare un
po' leggero o fuori luogo, ma parlo di quell'eleganza nell'essere e
nel vivere che quelle pubblicità lasciavano intendere essere una
cosa ormai superata, e che troppo spesso viene dimenticata o
sottovalutata.
Parlo di quell'eleganza grazie alla
quale non importa che tu indossi un abito di alta moda o un paio di
jeans, non ti farà mai essere fuori luogo.
Audrey Hepburn è forse l'icona
dell'eleganza per eccellenza, mai eccessiva o “chiassosa”, e
semplicemente mi sono chiesta come lo fosse diventata.
Nasce il 4 maggio 1929 da padre inglese
e madre olandese (una baronessa) a Bruxelles. Negli anni della sua
infanzia a causa del lavoro del padre la famiglia è costretta a
spostarsi spesso tra il Belgio, il Regno Unito e i Paesi Bassi fino
al 1935, anno nel quale i genitori divorziarono e il padre, di
ideologia filonazista, abbandonò la famiglia.
Nel '39 si trasferirono nella città
olandese di Arnhem, dove la madre pensava di mettere i figli al
sicuro dagli attacchi nazisti.
Qui Audrey comincia a studiare danza
presso il Conservatorio.
Nel '44, ormai ballerina a tutti gli
effetti, partecipa agli spettacoli segreti nei quali si
raccoglievano fondi per sostenere il movimento antinazista.
Anni dopo dichiarò “il miglior
pubblico che io abbia mai avuto non faceva il minimo rumore alla fine
dello spettacolo”.
È in questo periodo che le
persecuzioni naziste si fanno molto più pesanti; i soldati
confiscano le poche scorte di cibo e carburante della popolazione
olandese, che muore di fame e freddo per le strade.
Sofferente per la malnutrizione, la
Hepburn sviluppò diversi problemi di salute e l'impatto di quei
tempi difficili avrebbe condizionato i suoi valori per il resto della
vita.
In seguito alla liberazione
dell'Olanda, per proseguire i suoi studi di danza si trasferì prima
ad Amsterdam e dopo ancora a Londra, dove la sua insegnate le disse
che a causa del suo fisico (troppo alta con il suo metro e settanta,
e troppo gracile a causa della malnutrizione) non sarebbe mai potuta
diventate una prima ballerina; forse fu anche a causa di questa
dichiarazione che decise di tentare con la carriera cinematografica.
Mosse i suoi primi passi come attrice
partecipando ad un documentario e calcando le scene teatrali di
diversi musical.
La scrittrice Colette la scelse per
interpretare la parte della protagonista nella commedia tratta dal
suo romanzo Gigi.
Lo spettacolo riscosse un discreto
successo di critica e molte lodi per l'interpretazione della Hepburn.
Le repliche a New York durarono sei mesi e la Hepburn vinse il premio
Theatre World Award per il suo debutto.
Nel 1952 la Hepburn si sottopose a un
provino per il film Vacanze romane. Dopo averlo visionato
Wyler, il regista, si convinse che il ruolo dell protagonista, la
principessa Anna, non poteva essere altro che suo.
Con la sua interpretazione vinse
l'oscar come miglior attrice protagonista nel 1954.
In quell'occasione l'attrice indosserà
un abito bianco a fiori, che sarà giudicato in seguito come uno dei
migliori di tutti i tempi.
Dopo l'esperienza di Vacanze romane fu chiamata ad interpretare il ruolo della protagonista femminile nel
film Sabrina, ruolo che la lanciò nell'Olimpo delle star
hollywoodiane.
Verso la seconda metà degli anni
cinquanta, Audrey Hepburn era diventata una delle più grandi attrici
di Hollywood e un'icona dello stile.
La sua figura snella e il suo ben noto
buon gusto erano ammirati e imitati. Diventata una delle maggiori
attrazioni del cinema hollywoodiano, continuò a lavorare con attori
importanti, e volti noti del cinema statunitense e internazionale
continuando a raccogliere consensi e premi.
Il personaggio di Holly Golightly, da
lei impersonato nel film Colazione da Tiffany, venne
considerato come una delle figure più incisive e rappresentative del
cinema statunitense del XX secolo.
Nel 1964 fu impegnata in uno dei suoi
ruoli più famosi, quello di Eliza Doolittle nel film musicale My
Fair Lady. Venne scelta al posto dell'allora poco conosciuta
Julie Andrews, che aveva interpretato il ruolo di Eliza a Broadway.
Inizialmente la Hepburn rifiutò il ruolo e chiese che fosse
assegnato alla Andrews, ma quando le dissero che la parte non sarebbe
mai andata alla collega decise di accettare. Durante la lavorazione
del film, la Hepburn scoprì di essere stata doppiata nei pezzi
musicali. In segno di protesta se ne andò dal set, per tornare il
mattino seguente scusandosi per il suo comportamento.
Dal 1967 in poi lavorò in maniera
molto sporadica. Dopo il divorzio dal primo marito la Hepburn si
risposò ed ebbe il suo secondo figlio, Luca. La gravidanza fu molto
difficile e l'attrice dovette rimanere quasi tutto il tempo a letto.
Con l'arrivo di Luca, la Hepburn decise di diminuire i suoi impegni
di attrice e di dedicarsi alla famiglia.
Nel 1982 finì il suo secondo
matrimonio a causa delle svariate infedeltà del marito.
Successivamente ebbe una relazione con
un altro uomo (non si sposarono mai) con il quale andò a vivere in
Svizzera, dove i due si occuparono molto di beneficenza e affrontarono
insieme molti viaggi per conto dell'UNICEF; poco tempo dopo la sua
ultima apparizione cinematografica nel 1988 (Always - Per sempre di
Steven Spielberg, film che non ebbe grande successo), Audrey Hepburn
fu infatti nominata ambasciatrice speciale dell'UNICEF. Da quel
momento fino alla sua morte la Hepburn si dedicò all'aiuto dei
bambini dei paesi poveri del mondo. I suoi viaggi furono facilitati anche dalla sua conoscenza delle lingue.
Nel 1992, a seguito di un malore, i
dottori che la visitarono scoprirono l'esistenza di un cancro
sviluppatosi lentamente, e dopo due operazioni i medici giunsero alla
conclusione che il cancro era ormai troppo esteso per essere
curabile.
Lo stesso
anno della sua morte, 1993, il figlio Sean fondò l'Audrey Hepburn
Children's Fund per favorire la scolarizzazione nei Paesi africani.
Nel 2011, i figli hanno promosso in
Italia il club di donatori UNICEF “Amici di Audrey” che sostiene
in particolare il progetto per la lotta alla malnutrizione in Ciad.
I particolari della sua cariera sono
noti a tutti, ma quelli più personali, per quanto di pubblico
dominio, sono decisamente meno conosciuti, e trovo che siano proprio
questi a rendere al meglio quella che è l'idea di eleganza di cui
parlo.
Una vita cominciata tra gli stenti
della guerra e finita nella difficoltà della malattia, ma vissuta
con una leggiadria che non può non lasciare il segno.
Un Ritratto che sicuramente farà felici i tanti fan della Hepburn :) Grazie Fede!
Al prossimo mese con un nuovo Ritratto!
Potete trovare la rubrica anche su:
potrei parlarne una vita di Audrey è meravigliosa..elegante...la adoro!
ReplyDeletesplendido articolo :)
Fra pensavo giusto a te rileggendolo :D:D
Deleteche donna fantastica Audrey!
ReplyDeletehttp://tirateladimeno.blogspot.it/
Concordo :)
DeleteSemplicemente STUPENDA!!!!!!!!!!!!!!
ReplyDeletemiss Piggy di insanebazar.com
Una vera signora!
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