Hverir |
Amici, rieccomi con la terza parte del nostro itinerario! Se vi foste persi dei pezzi, potete recuperarli QUI e QUI :)
Mercoledì 30 agosto/giorno 5: le meraviglie del lago Myvatn
Questa giornata si rivelerà incredibile: quello che abbiamo visto, il sole, il cielo senza una nuvola, la compagnia, le risate...è stato tutto perfetto e mi resa felice come non lo ero da tempo. Tutta la vacanza in generale, ma forse questo giorno è quello che ricordo con più gioia. O forse no. Non so, non saprei scegliere!
Dopo la parca colazione alla Guesthouse ci rimettiamo in marcia e arriviamo a Reykjahlid (ci siamo informati sul significato degli onnipresenti "reyk" e "vik", traducibili rispettivamente con "fumo" e "baia"), il centro abitato più vicino alle attrazioni naturali del lago Myvatn. Ai lati della strada c'è un discreto numero di autostoppisti.
Questa regione è incredibilmente attiva a livello geologico, ragion per cui c'è moltissimo da fare e da vedere. Col sole è davvero spettacolare e si apprezzano al meglio i colori particolari dell'ambiente. Se aveste poco tempo a disposizione e foste incerti se scegliere questa zona o il Circolo d'Oro, forse vi consiglierei di recarvi direttamente qui (non ci sono i geyser ma ci sono mille altre cose altrettanto belle).
Per iniziare ci spariamo subito Grjótagjá, che gli appassionati del Trono di Spade (presente!) conosceranno in quanto set della scena d'ammmore tra Jon e Ygritte. Per restare in tema, anche le scene oltre la barriera sono state girate in Islanda, nella penisola di Snæfellsnes e più precisamente vicino al monte Kirkjufell. La grotta si trova su una proprietà privata, è visitabile ma non balneabile anche perchè l'acqua è troppo calda (mi sembra intorno ai 50°). Il soffitto è franato in seguito ad alcune eruzioni ma si riesce ancora a raggiungere l'acqua, anche se noi siamo rimasti più verso l'ingresso. Passeggiando sopra la grotta si vede invece una faglia abbastanza grande.
La tappa successiva dovrebbe essere Dimmuborgir, ma grazie alle mie scarsissime abilità di navigatrice ci perdiamo e tornando indietro decidiamo di visitare la zona nord.
Lungo la statale, come vi avevo già anticipato, si vede questo lago azzurrissimo in cui un tubo scarica con gran frastuono le acque di scarto di una centrale idroelettrica: è Bjarnarflag, e vi assicuro che è difficile distogliere gli occhi da un turchese così acceso.
Proseguendo, ci si inerpica in mezzo a monti che passano da un marrone chiaro a un giallo ocra, e scendendo vediamo fumo, fumo e fumo: siamo arrivati a Hverir, o, come l'ho soprannominato io, Marte. Sembra di essere atterrati sul pianeta rosso: è tutto un tripudio di ocra, giallo, bianco, rosso e marroni di ogni tonalità. Il suolo è costellato di pozze di fango ribollenti, fumarole e depositi sulfurei. L'odore pestilenziale è molto forte, io non ne sono particolarmente toccata ma E. quasi sta male (vi risparmio i dettagli). Tuttapposto tuttaposto, cosa sarebbe la vita senza un po' di pepe? Vorrei darvi una descrizione calzante ma credo che "assurdo" sia l'aggettivo migliore, perchè questo posto è qualcosa di stupefacente, che è necessario vedere con i proprio occhi. Dopo cinque giorni faccio fatica a pensare che l'Islanda e Milano siano parte dello stesso pianeta.