E' passato più di un mese ormai da quando ci hai salutati. Non aprivo questo spazio da tanto ma sentivo il bisogno di scrivere, di toccare lo schermo su cui leggo queste parole, di far sapere agli altri quanto sei e sarai sempre importante per noi.
Non sono in grado di creare poesie come te, non ho la tua capacità di togliere i veli dalle cose, ma sono fiera di aver ereditato briciole del tuo carattere.
Abbiamo visto tardi ciò che era così chiaro e lampante, sempre presi da stupidaggini e dall'idea di avere tutto il tempo del mondo davanti.
Poi di nuovo è bastato poco, giorni, ore, il tempo si è contratto e di una vita che davamo troppo per scontata sono rimasti oggetti, vestiti in disordine, mille libri di cui ricordavi le frasi a memoria.
Mi sono sentita un po' in colpa per averti trascurata, per essere stata fredda, "dura" come dicevi tu. "Dovresti ammorbidirti", ci penso spessissimo a questa frase, ci provo, ma non sempre ci riesco. "Parla, condividi", pensavo io, ma raramente ce la facevo. Curioso come sia più facile raccontare la propria vita a degli sconosciuti piuttosto che a dei parenti.
So però che mi hai amata e che hai sentito che in fondo, a modo mio, ricambiavo.
Oggi provo una sensazione strana, che mai ho provato e mai credevo di poter provare, ma si acuisce di giorno in giorno.
Mi manchi, ovviamente, mi manca la tua voce, mi manca il tuo sorriso sincero e commosso, mi manca telefonarti anche se non ci sentivamo spesso, mi manca la tua costante preoccupazione per il nostro futuro. Eppure, più penso a quello che è successo più coltivo la certezza che nulla sia cambiato, se non il fatto di poterti vedere e parlare.
A volte sono triste, ma è come se avessi la ferma convinzione che non ci sia motivo per esserlo.
Forse è un non voler accettare la situazione, un illudersi; di sicuro ho capito cosa intende la gente quando dice che le persone che amiamo non ci abbandonano mai veramente.
Io sento, lo sento davvero che una parte di te è nel mio cuore e ci resterà per sempre. Sento che sei presente, e non è la presenza del ricordo, è una presenza forte, concreta, non posso definirla ma posso quasi toccarla.
So che ci sei, che qualcosa di te è rimasto, e questa sensazione, per quanto sciocca possa essere, mi dà conforto, mi impedisce di provare quel vuoto immenso che altrimenti mi scaverebbe dentro fino a grattarmi le ossa e farmi male, togliermi il respiro, farmi venir voglia di strapparmi la pelle con le mie stesse mani, fare anche di peggio, perchè come si può vivere così?
Non vedo fantasmi, non parlo di spiriti.
Sento le tue dita tra le mie quando il vento soffia forte e quando soffia leggero, anche se non ci siamo mai date la mano se non mentre eri in quel letto - ancora i miei polpastrelli conservano il ricordo delle tue vene in rilievo.
Sento il calore del tuo sorriso quando il sole mi scalda la pelle e vedo la tua dolcezza quando guardo un prato verdissimo e un cielo perfetto, terso, come quello che c'era al funerale. Fuori dalla chiesa tutto sembrava più leggero, pareva impossibile aver gli occhi così gonfi.
Penso che forse la morte non mi fa più così paura. Il tuo amore mi avvolgerà sempre e io non ti ho mai sentita così vicina come ora, quasi mi accompagnassi ovunque con i tuoi piccoli passi misurati, delicati, per non pesare sulla terra.
Vento del Nord
Il freddo vento del Nord lo compresi,
divenni bambina e piansi,
piansi a lungo
piansi per tutto e per tutti:
allora in vento si fece soave, leggero
mi carezzò i capelli;
mi prese la mano,
gli occhi nel sole,
volammo al cielo.
A.M.V.