Friday, December 30, 2011

Christmas Accent Nail Art + Review Red Glitter nail polish TCW





Hello dears! This Xmas I tried for the first time the famous "Accent Nail Art" (put a different nail polish on the ring finger nail). It's not one of my best manicure, but I think the red/golden match it's not that bad.
I used:
- Essence n.67 "Make it golden" (HERE the review).
- Red glitter (with these very small glitters) H25 by The Color Workshop (from my new beauty kit ^^ - HERE all the pics).
- Bottega Verde nail stickers.

Something about the TCW nail polish: great! I already tried others products of this brand and I always liked them. Good texture, drying and lasting: five days, and it's still almost perfect. Just a bit ruined on the tips, but very little. Suggested! I don't know about the price, but it shouldn't be that expensive. Here in Italy you should find this brand in the Limoni and Douglas perfumeries. Have you ever tried something by TCW? Did u like it?

A kiss and have a nice day!


Buongiorno care! Questo Natale ho sperimentato per la prima volta la famosa "Accent Nail Art"(per chi non lo sapesse, si tratta di stendere un colore diverso sull'unghia dell'anulare). La manicure che ne è uscita non è tra le mie preferite, ma secondo me l'abbinamento oro/rosso è passabile, quindi eccovi le foto!
Ho usato:
- Essence n. 67 "Make it golden" (QUI la review).
- Rosso glitterato (con questi piccolissimi brillantini) H25 di The Color Workshop (dalla mia nuova valigetta ^^ - se volete vedere le foto andate QUI).
- Nail stickers Bottega Verde.

Due parole sullo smalto TCW: eccellente! Ne avevo testati già altri di questa marca e mi sono sempre trovata bene. Buona stesura, buona asciugatura, buona durata: l'ho messo il 26 e oggi, 30, è ancora quasi perfetto. E' andato via un pochino sulle punte ma in modo uniforme, senza sbeccarsi; quasi non si nota. Consigliato! Non so dirvi riguardo al prezzo, ma credo non sia eccessivo. Non conosco la provenienza della nuova arrivata ma le altre due valigette TCW erano state prese da Limoni e Douglas, quindi credo che lì potrete trovare anche i singoli smalti. Voi avete mai provato questa marca? Come vi siete trovate?

Un bacio e buona giornata, non comprate troppo cotechino!

Wednesday, December 28, 2011

Tassonomia vacanziera e piaghe balneari

Se è vero che il mondo è bello perchè è vario, allora in vacanza ci si rifanno gli occhi. Durante i miei beatissimi venti giorni di crociera (visto che non l'ho ripetuto a sufficienza – per tutti i dettagli go HERE) ho potuto constatare una volta di più quanto sia strana l'umanità che ci circonda. In particolare, la nave è un' habitat ideale per l'osservazione e la catalogazione della fauna balneare, poiché gira e rigira per forza di cose si vedono sempre le stesse persone.
Il mio attento studio ha portato alla seguente suddivisione:

  • Le cinquantenni che si credono minorenni fighe: extension bionde, labbra rosa shocking, mini shorts leopardati e ombelico perennemente scoperto. Il soggetto in questione solitamente presenta un'alta percentuale di botulino sul viso e non rinuncia a mettere in mostra la cellulite sulle cosce con mini abitini sexy pieni di pizzi, volant e trasparenze. La biondona fatale è spesso accompagnata da un marito giovane che al suo passaggio stende un tappeto rosso e si vanta con gli amici in modo insopportabile di quella che secondo lui è “quel gran pezzo di Taleggio” della moglie. 
  • Le cinquantenni che si credono minorenni belle e dannate: ormai si sa, la sindrome di Peter Pan affligge un numero considerevole di adulti. Le dark stagionate si fanno largo nell'area piscina a suon di parrucc...pardon, capelli neri tinti, stivalazzi viola melanzana e anelli con borchie e altri ameni disegni. A nulla servono le occhiate di scherno dei presenti: è la società a essere troppo indietro, non la tardona. Il consorte dell'anziana ribelle (almeno, per quello che ho potuto vedere io) è solitamente un anziano con un piede nella fossa e un conto in banca cospicuo derivante dall'impero di cerotti callifughi che il pover'uomo ha creato dal nulla con fatica e impegno, destinato a essere dissipato in men che non si dica per l'acquisto di piercing finti e bretelle coi teschi.
  • La gioventù evanescente. Credevo che sulla nave ci fossero solo anziani. Mi sbagliavo. Andata una sera in discoteca ho visto la pista da ballo piena zeppa di under 30 che spuntavano ovunque come funghi. The question is: dove si rintanano questi esemplari durante il giorno? Prestando in seguito una maggiore attenzione ho notato come il gruppetto più faigo di tutti, capitanato da Costantino Vitagliano e Miss Pantene 2011, fosse solito abbarbiccarsi in un'area della piscina protetta dalla massa, ma in vista quel tanto che è necessario per farsi scrutare da possibili nuovi componenti della banda. Le donne del branco al mattino non disdegnano le attenzioni dei giovani animatori con un rivolo di bava alla bocca, di notte indossano Lycra, tacchi 20 e sguardi di pietà verso tutti gli altri esemplari di sesso femminile, sperando di essere chiamate sul palco durante il cabaret per mostrare al globo intero la loro avvenenza.
  • La gioventù abbondantemente presente. Ok che la donna con le curve piace, ma parliamone un attimo! Perchè tu, donna in carne e carne, devi scorrazzare libera a bordo piscina come un cavallo selvaggio inguainata in mini tanga viola e triangolini appena sufficienti a coprire il tuo generoso petto? Credimi, mia cara Dea della Fertilità, non è un bello spettacolo. Tra i numerosi soggetti di questo sottogruppo, ricordo in particolare due giovani pulzelle col deretano delle dimensioni di una piccola portaerei: alle belle, per il divertimento di grandi e piccini, non dispiacevano i leggings di pelle e le maglie usate a mo' di vestitini (si sa, in tempo di crisi è meglio risparmiare sui pantaloni – Terens, sai di che parlo!).
  • Gli omosessuali: nulla contro, ma non ne ho mai visti così tanti in vacanza! Se i miei conti sono esatti, tre coppie (di cui una lesbica) e due pittoreschi soggetti single. Massimo rispetto per uno dei due: canotta, sculettamento regale, sizza dietro l'orecchio e bottiglietta di wisky sempre presente nella tasca retro dei pantaloni.
  • Gli outsiders: gente che sta sempre sola, sola, sola. A tal proposito non posso non ricordare l'anziano seduto dietro di noi a cena che ogni sera si scolava un'intera bottiglia di vino. Solo.
  • Quelli che “Presto, presto, stanno per cominciare il gioco-aperitivo senza di noi!”, ovvero: gli entusiasti cronici. Questi elementi partecipano a ogni santa attività organizzata dall'eccellente staff di animazione, compresa l'aerobica mattutina. Ora, lo chiedo a voi perchè giuro, giuro, questa è una cosa che io, che al massimo della sportività pratico il sollevamento olimpionico della fetta di pane e Nutella, non capirò mai: ma perchè, perchè, PERCHE' uno in vacanza dovrebbe provare il desiderio alle 9.00 del mattino di toccarsi con la lingua la punta dei piedi sulle note di “Danza Kuduro”?? Che poi è anche pericoloso: con l'aria fredda che tira, si rischia di rimanere incriccati! 

Ovviamente, i più entusiasti tra gli entusiasti se li è beccati la sottoscritta: gli sposini calabresi assegnati al nostro tavolo per cena. Tra l'altro, che simpatia! Non solo salutare gli costava uno sforzo enorme, ma la signorina ogni sera mi squadrava dall'alto in basso. Ma che vo'?? Giusto per la cronaca, la tizia aveva un naso che potrebbe sostituire il ponte sullo Stretto di Messina e dalla vita in giù le dimensioni di un tenero cucciolo di orca assassina. Con la differenza che un cucciolo di orca avrebbe il buon gusto di non abbinare leggings di pelle, sandali col tacco e scaldamuscuoli. Ma non tergiversiamo...ecco alcuni esempi di conversazione al nostro desco:

MRS. BRIDGE: (al momento del dolce) Amore, che ore sono?
MR. BRIDGE: Le 22.00.
MRS.: Cavolo, dobbiamo sbrigarci allora, tra poco inizia la lezione di tarantella!
MR.: (rivolto a me) Tu non vieni?
IO: No, no, io...non sono il tipo, ecco.
MRS.: Ma dai, che te' frega, non ti conosce nessuno!
IO: No, grazie, davvero, preferisco stare sui divanetti a...
MRS.: ...leggere (sguardo pietoso e un po' esasperato).
IO: Già, leggere.

Problemi?? Sinceramente, tra la lettura di “Delitto e castigo” e la prospettiva di evirare a suon di calci tarantellosi il partner di fronte a me preferisco la prima opzione.

Oppure:

IO: Oggi sei andata in palestra?
MRS.: No, non ho fatto in tempo.
IO: Ahahahahahah!!
MRS.: Be', con tutte le cose che ci sono da fare non abbiamo un minuto libero...
IO: Cose? Quali cose? Io ho messo radici sulla sdraio!
MRS.: L'aerobica, poi il gioco-aperitivo, poi il gioco-caffè, poi il quiz, poi il bingo...
IO: O.o

  • Quelli che “Non mi rompete le palle, sono in vacanza!”: la sottoscritta (of course). In  due parole: cazzeggio assoluto. Sdraio, libro, nanna. Occasionalmente sole, più spesso bagni d'ombra. Se un animatore viene a propormi il ballo di gruppo prendo fuoco; se cercano di trascinarmi sul palco mi rompo una gamba. La risposta a ogni domanda è una sola: NO. Immaginatevi questa scena:

Un leggero venticello spettina le fronde delle palme. Il sole splende nel cielo terso e azzurro. Sabbia finissima sotto i vostri piedi. Acqua limpida lambisce la vostra sdraio. Chiudete gli occhi mentre l'I-Pod trasmette “La musica dell'anima: i versi di Flipper il delfino”. E' la pace, la perfezione.
Ma basta un attimo, e la magia si spezza.
Una mano inopportuna vi toglie gli auricolari e una voce petulante vi urla nell'orecchio:
- Vieni a fare il riscaldamento muscolare? Vieni a fare il riscaldamento muscolare? Vieni a fare il riscaldamento muscolare?
- Grazie, no, sto bene qui.
- Perchè no? Eh? E' divertente!
- No guarda, in vacanza io non mi scollo dalla sdraio.
- Daaaaaaaai, su, un po' di vita!
- Davvero, NO.
A questo punto il molestatore (anche conosciuto come animatore) si trova davanti tre strade:
1. Capire intelligentemente l'antifona e andarsene.
2. Farsi strappare la promessa che il giorno dopo non mancherete.
3. Andare incontro al suicidio afferrandovi il braccio per cercare di tirarvi su. Se fossimo in un film e io fossi la ricca vacanziera protagonista la telecamera ora si tingerebbe di rosso.

E' così sbagliata la mia filosofia?

Animatori in borghese nella vita di tutti i giorni. Solitamente sul posto di lavoro sono riconoscibili grazie ai pantaloncini color cachi, alla maglietta della salute bianca, al sorriso fasullo e all'entusiasmo di un cocainomane appena entrato nel tunnel della droga. Presenti nelle leggende di ogni paese e appellati in diversi modi, io prediligo la denominazione di "scassaminchia".

Anziane durante l'aerobica mattutina.

 

Tuesday, December 27, 2011

Cinismo&fruttuosi bottini

In pieno accordo con la filosofia de "il Natale risiede nei nostri cuori, non nei regali che riceviamo" ecco le immagini del mio fruttuoso fescion-bottino natalizio. Anche se il mio spirito festivo langue non posso non ritenermi soddisfatta (muahahaha)! Che me ne faccio di gioiosi visini con la pace nel cuore che cantano sotto la neve quando posso avere una borsa nuova?? Viva il cinismo e lunga vita al materialismo!
Già che ci sono (e sperando di non offendere la sensibilità di nessuno) vi posto la foto di un'opera realizzata da Banksy, che a mio parere è un genio della street art, sempre molto impegnato, ironico e decisamente no-global. Se vi piace il genere vi consiglio di dare un'occhiata ai suoi lavori perchè meritano moltissimo.


E ora, vai coi regali!

Borse, borse, borse...

Questa l'ho scelta io (era mio dovere far notare a mia madre che sarebbe stato un crimine far passare a una tale delizia il Natale tutta sola in vetrina)...e l'adoro <3<3<3:





Senape rulez:



Cavallino leopardato <3:



Boyfriend's present (uso ancora da perfezionare - non è colpa mia se quella vecchia mi cadeva di mano almeno una volta al giorno!) :):) :


Una bellissima collana etnica (come al solito :P) che avevo già adocchiato + anello dalla mammuz:




Un'altra valigetta di The Color Workshop che va ad arricchire la mia collezione:





Supercomodissimecuffione, agenda, maglia e kajal blu + matita labbra Maybelline:


Me pias il Natale!

Monday, December 26, 2011

Che Natale sarebbe senza il caro vecchio cinepanettone?

Sono come lo zio Scrooge del "Canto di Natale" di Dickens. Più passano gli anni, meno sento l'atmosfera natalizia. Ma vi ricordate che bello quando eravamo bambini? Quasi non dormivo la notte della Vigilia per l'emozione! Ora invece tutto si riduce a una corsa dell'ultimo minuto per comprare i regali attraverso vie piene di addobbi vecchiotti e luci traballanti. Insomma, a me oggi tutto sembra tranne Natale. Manco la neve abbiamo quest'anno!
Fortunatamente, una cosa durante queste beatissime feste rimane sempre immutata: il caro vecchio cinepanettone! Che risate eh?? Tra gag esilaranti piene di buon gusto e battute di classe Christian De Sica rimane onnipresente in tutti i cinema del Bel Paese, guardando dall'alto in basso gli onesti cittadini prostrati dalla crisi. Che ci sia sole, neve, ricchezza, economia allo scatafascio, niente e nessuno può fermare l'uscita di questi capolavori in pellicola.
Ma io dico: come è possibile che dopo anni e anni ci sia ancora gente che va a vedere "Natale in culo ai lupi" (sì, avete ragione, la stessa domanda vale anche per il Grande Fratello)?? Perchè se continuano e fare 'sti film vuol dire che qualcuno li guarda, no?? Diamine, sono tutti uguali! Ecco quella che è generalmente la trama riassunta in pochi punti:

  1. De Sica e la moglie racchia partono per una vacanza natalizia in posti assolati pieni di gnocche in bikini. La crisi? E chi se la ricorda?
  2. Una supertettona abborda l'attempato De Sica e se lo porta a letto.
  3. Esilarante serie di malintesi e trucchetti vari per nascondere l'intrallazzo.
  4. Rutti, scoregge, reggiseni che si slacciano miracolosamente.
  5. Il figlio nerd di De Sica rimorchia Belen Rodriguez.
  6. Rutti.
  7. Rutti.
  8. Ops, un'altra tetta.
  9. Happy ending in uno strip club.

Cinema d'alto livello, altrochè.
Ah, adoro il mio paese!

QUESTO è un capolavoro!

Il lassativo Guttalax, sponsor ufficiale dei cinepanettoni italiani.

De Sica inorridisce riguardando la sua pessima interpretazione cinematografica.

Saturday, December 24, 2011

Brazilian nights outfits + tropical shopping

Good evening and also merry Xmas my darlings! Here u can see the outfits I wore during my cruise to Brazil (click HERE if u want to know more):

Buonasera e già che ci siamo anche buon Natale belle pulzelle! Vi posto una carrellata degli outfits sfoggiati durante la crociera in Brasile (se vi interessa saperne di più cliccate QUI):

 Yellow kimono.
Jeans: H&M.

 Acid yellow dress.
Dress: H&M. / Belt: Pimkie.

 Gala #1.

 Simply blue.

 Leo & open shouldered.
Dress: Calzedonia.

 Marie Antoinette.
Top: Intimissimi. / Jeans, flower: H&M.

 Turquoise.

 Hippie princess.

 Spanish insp.

 Light pink.

 White linen.
Shirt: United Colors of Benetton.

 Charleston.
Dress: H&M.

 Necklace makes the difference.

 Tropical.

Big earring & open shouldered.

And now...let's talk about shopping!! Unfortunately as often happens it had been quite difficult to find something (read: necklaces :P) original/not made in China, but I did my best and this is what came out:

Passiamo invece ora allo shopping!! Purtroppo come succede sempre più spesso non è stato facile trovare delle belle cose (leggi: collane :P) artigianali/non cinesizzate, ma ho comunque fatto del mio meglio e questo è il risultato:

 Bags.

 Earring <3<3<3.

 Ring + necklace with Birimbao, tipical Brazilian music instrument (present from my friend Julio :)).


A Xmas kiss to all of u!!!

Un bacino natalizio a tutte!!!

Friday, December 23, 2011

Dalle Alpi alle Ande (o giù di lì): Diario di Bordo pt.2

La continuazione della PRIMA PARTE :)

GIORNO 12
I 28 afosissimi gradi del mattino vengono stemperati da un super acquazzone tropicale. Il temporale mi regala uno spettacolo indimenticabile: Pupo che si lancia nell'occhio del ciclone e roteando attorno a un lampione canta a squarciagola “Singing in the rain”.
Per la serie “Strambi all'abbordaggio” la sera conosco un quarantenne tedesco che dopo una sfilza di imbarazzanti complimenti mi fa discretamente sapere il numero della sua cabina “in caso di bisogno”. Ma bisogno de che?? Vabbè, evitiamo le battutacce.

GIORNO 13
Equatore passato!! Super festa in piscina con anziani e non che si tuffano tutti insieme dopo essere stati cosparsi di uova e farina. Che spasso! Comunque non l'avrei mai detto, ma il tempo sta proprio volando.
Mentre accompagno la mia pancia ustionata a prendere ancora un po' di sole sento qualcuno che mi chiama per nome. Mi giro e vedo un cameriere dagli occhi a mandorla. Pensando si tratti del mio nuovo migliore amico Darma con magari un altro bicchiere di vino mi avvicino baldanzosa. Non è lui. Il problema è: chi è costui? Dove l'avrei conosciuto? E soprattutto, perchè dovrei incontrarlo a mezzanotte e mezza alla reception?
Prima di pranzo sono protagonista di un simpatico siparietto: il tedesco di ieri sera viene a scusarsi per il suo comportamento dettato dal troppo alcool. Dalla sdraio accanto mio padre, che non capisce una parola di inglese, sorride e annuisce. Non ridere, C..
Nel pomeriggio costeggiamo l'arcipelago di Fernando de Noronha. Spettacolare, solo questa vista vale tutta la traversata.
Grande audacia di I. che prima di cena recapita fiore e biglietto davanti al grande boss (il mio).
A mezzanotte e mezza decido di andare a vedere con Julio, un brasilero, il gran buffet napoletano allestito nelle cucine. Quando si dice morti di fame: ci troviamo davanti una coda che nemmeno alle poste il venerdì mattina! Uomini in bianco armati di walkie talkie regolano la fila, sembra un set di CSI. Ma la chicca della serata è...attenzione...io e Julio rimaniamo chiusi in ascensore! Grazie alla sua forza bruta tutto si risolve per il meglio, ma devo ammettere che questa mi mancava.

 Lo spettacolare arcipelago di Fernando de Noronha.


GIORNO 14
BRASIL, ARRIVO!! Costa in vista! La giornata procede regolare come se lo sponsor della nave fosse lo yogurt Activia; gli unici incontri degni di nota sono quello con l'onnipresente I., col Cameriere senza Nome e col quarantenne che rinnova l'invito ad ammirare la vista da camera sua. Non commento.

GIORNO 15
Salvador de Bahia!! Finalmente arrivati a destinazione! Appena messo piede a terra veniamo accolti da 35 gradi e un temporale. Che smette. E poi riprende. E poi smette di nuovo. La calura purtroppo non si placa e dopo due minuti siamo tutti più appiccicosi di una torta di mele caramellate.
Ci troviamo chissà come al seguito una giovane guida locale che parla in portoghese e lancia urli ogni due per tre. Dopo una breve riunione decidiamo di non cacciarla via per evitare che chiami alcuni ipotetici amici malfattori esperti in rapine a turisti ignari.
La città bassa è un vero schifo: ok che sotto l'acqua nulla è perfetto, ma i mendicanti, la sporcizia, le case vecchie e l'odore di pipì ci fan capire da subito la situazione. Per salire nella parte alta (il Pelourinho, centro storico) prendiamo l'ascensore e dopo cinque minuti ci troviamo catapultati in un piccolo universo fatto di case coloratissime, donne in costume locale che cercano di farsi fotografare per pochi spiccioli e strade lastricate con irregolarissime pietre che vanno suuuu e giù, suuuu e giù. E' tutto molto caratteristico e a mio parere anche molto bello, peccato solo per lo stato di abbandono. Dappertutto scorrazzano cani randagi (demoni! Per chi non lo sapesse io temo i cani) e gatti anoressici, vediamo alcuni bambini che dormono sull'asfalto. La “guida” ci spiega che già intorno ai dodici anni iniziano a drogarsi, e lo stato pur sapendo che questi ragazzi crescono senza educazione, casa e sanità non interviene. E' strano provare un alternarsi di sensazioni così repentino: da una parte l'allegria, il colore, gente che suona, balla, capoeiristi...e dall'altra invece la tristezza derivante da una miseria del genere, quella che un turista si aspetta di vedere ma che una volta che ti viene sbattuta davanti senza tanti ringraziamenti ti lascia senza parole. Basta imboccare una via parallela a quella principale (no, non quella con davanti un tizio che ci urla “Fermi, pericolo!”, quella più a sinistra) e ci si trova in mezzo a una fiumana di persone, molte delle quali scalze, che camminando per strade piene di buchi e rifiuti sovrastate da decine di cavi della luce penzolanti entrano ed escono da negozi che sembrano più che altro magazzini del preguerra. Gli edifici sono tutti neri e scrostati e nella coda per l'ascensore in discesa vediamo sotto di noi una vera e propria favela: ruderi abitati, in sostanza. Lo so, sono i soliti ragionamenti detti e stradetti di una consumista abituata alla spreco europeo, ma oggi ho visto proprio i “bambini che muoiono di fame” tanto millantati quando lasciavo due cucchiai di risotto nel piatto da piccola.
Per quanto riguarda la gente invece sfatiamo una volta per tutte il mito della “gnocca brasiliana”: sono tutte bonze e con un sedere a dir poco abbondante! Il trucco sugli occhi è spesso molto pesante: viola, turchese, verde acceso...i ragazzi invece sono tozzi, anche i capoeristi che pur essendo un ammasso di muscoli restano comunque bassi e con le spalle larghe.
Decidiamo (in quattro su sei) di saltare il pranzo (detto in parole povere, allarme squaraus) e dopo un altro giro per la città torniamo nella parte bassa per fare shopping al “Mercato Modelo”, un magazzino su due piani pieno di bancarelle. Il bottino consiste in souvenir vari e per me una borsetta più un supermegagigaorecchino di piume comprato nel Pelourinho. Stanchi morti ma soddisfatti alle sette torniamo alla nave pronti per una doccia con l'acido muriatico e per una super serata a base di musica latina con anziani che danzano in pista. This is Brazil baby!

 Salvador de Bahia e il suo accecante sole.

 Il Pelourinho.


 La chiesa barocca di S. Francesco.


 Italiani: se non si fanno riconoscere non sono contenti!




Lo so, è una foto triste, ma loro erano troppo teneri!


 Vie in buono stato.

 Insaziabile Spmp!



 Un pittoresco anziano impasticcato che non disdegna il ballo.


 Un tenerissimo ballerino!

L'immancabile favela.

GIORNO 16
L'ultimo giorno di navigazione comincia con una lettera di sei pagine di I. e prosegue con uno dei soliti temporali. Il resto della giornata scorre tranquillo fino al mio momento favorito: il consueto buffet di mezzanotte, che stasera presenta una quantità di cibo veramente scandalosa. E vabbè, al ritorno dieta!





GIORNO 17
Arrivati a Cabo Frio. Ormai sarete stanchi di sentirvelo dire ma davvero gente, lo spettacolo lascia a bocca aperta: a prua coste verdi e frastagliate, a poppa spiagge di un bianco accecante!
Visto che si ripartirà alle 22:00 decidiamo di uscire dopo pranzo e goderci la nave semivuota (finalmente!).
Per arrivare a terra impieghiamo mezz'ora con la scialuppa di salvataggio. Passando vediamo delle meravigliose calette con palme e sabbia candida: un paesaggio da cartolina, mozzafiato! Barchette di pescatori si muovono lungo la costa e orchidee sbucano dappertutto come funghi. A un tratto ci accorgiamo che la scialuppa procede un po' troppo velocemente. Nemmeno il tempo di dire “machecazz...” e...SBADABAM, centriamo in pieno la banchina! Dopo aver insultato il capitano pesantemente mi appresto a scendere con un dito in meno e un handicap in più (giusto perchè non ne ho abbastanza).
Camminiamo dunque cercando un taxi che ci porti nella cittadina di Buzios: nulla da fare, i prezzi sono stratosferici. Dopo aver sudato sette camicie maledicendo l'ignoranza in inglese dei brasiliani troviamo finalmente la fermata di uno dei bus locali. Carro bestiame style! Un'ora di viaggio in piedi con l'autista che guida come un pazzo, anche se non posso negare che il picaresco tragitto sia stato molto divertente. Una ragazza si mette a fare conversazione in inglese (incredibile!) e mi spiega che siamo fortunati: le strade di solito sono persino peggio!
Il paesaggio è incredibilmente verde (stagione delle piogge just finished) e intervallato dalle solite case cadenti, polverose e piene di immondizia.
Arrivati a Buzios notiamo subito che il posto è più turistico, non solo per la pulizia ma anche per i negozi più “eleganti”. La spiaggia non è enorme ma è bella, l'atmosfera è rilassante. L'unico neo della giornata è non aver fatto in tempo a vedere da vicino e fare il bagno nella spiaggia di Cabo Frio. Maledetto turismo culturale!
A pomeriggio inoltrato riprendiamo l'autobus e dopo tre anni riusciamo a trovare il porto. A nulla serve dire a mio padre che chiedere informazioni in francese ai passanti è inutile.
Tornati in nave è il momento dei saluti. Che tristezza, ho conosciuto delle persone così simpatiche! Mi mancherà la vita in mare :(

 Vedete quella linea bianca all'orizzonte? Ecco, quella è la spiaggia di Cabo Frio.



 La vista dalla scialuppa.






 Tipico ristorante brasiliano.


 Buzios.




GIORNO 18
Ultimo giorno. Sveglia alle 7:00 per lasciare libera la camera e trovarci per la gita organizzata a Rio de Janeiro dalla MSC, che siamo stati obbligati a prenotare per non avere problemi di bagagli & co. Ovviamente piove, anche se per fortuna dura poco.
Si parte! La prima tappa è l'altura del Corcovado col famoso Cristo Redentore, la più grande opera di art deco del mondo. Per arrivare in cima prendiamo il trenino che passa attraverso il Parco Nazionale di Tijuca, una vera e propria giungla in mezzo alla città con liane, alberi altissimi e tutto il resto. E' proprio il caso di dire: che ficus! Ovunque vedo degli strani frutti grandi e marroni che scopro chiamarsi “jokerfruit”: la guida dice che sono buoni ma hanno in odore pestilenziale. Perfetto, ho trovato i souvenirs per gente poco gradita! Lo spettacolo dall'alto è stupendo, peccato solo per l'assurda quantità di turisti e il cielo un po' nuvoloso. C'è persino una famiglia che celebra un battesimo ai piedi della statua: che pacchianata!!! Il paesaggio è molto particolare: al largo ci sono tante piccole isole, verso il centro della città una laguna dominata da un imponente albero di Natale e ovviamente a destra e a manca le bellissime spiagge do Brasil. La cosa più strana sono però tutti i picchi che si innalzano nel bel mezzo della città: grattacieli, e dietro rocce a strapiombo! Bellissimo, davvero. La guida ci mostra le favelas sui fianchi delle alture e ci racconta che a Rio ce ne sono in tutto trecentosessanta. La polizia sta cercando di ripulirle dagli spacciatori, ma il lavoro è molto lungo. In tutto il Brasile vivono 190 milioni di persone, tra queste 14 milioni sono nelle baraccopoli. Cazzo, il 10%! Se pensate poi che un altro 60% sono i poveri ma non poverissimi restano solo un 20% di benestanti e un 10% di ricchi che nuotano nell'oro. Non è un quadro roseo.
Tornando a cose più allegre, dopo ventimila foto panoramiche e la perdita di un tedesco del gruppo proseguiamo il tour passando in pullman da Copacabana e salendo in funicolare sull'Urca e il Pan di Zucchero. Anche qui superpaesaggio, si vede il Corcovado in tutto il suo splendore e vengono i brividi a pensare di essere stati così in alto. Mi rifaccio gli occhi camminando tra piante con pappagallini e colibrì e guardando le spiagge che mi circondano. Anche se non so se riuscirei a vivere qui (è vero che le zone del centro sono tutte bellissime perchè abitate da gente benestante, ma c'è comunque troppa disparità, è un mondo troppo diverso da quello a cui sono abituata) in questo momento invidio profondamente i brasiliani e il loro paese.
Il nostro giro è purtroppo già finito e veniamo scaricati in aeroporto con davanti otto ore di attesa. Quante cose avremmo ancora potuto vedere!
Giusto per darvi un'idea del modernissimo aeroporto di Rio: nada deposito bagagli, nada sala di attesa e nada prese per la batteria del computer. Pensate che spasso!
Mentre faccio un giro mi si attacca stile cozza un controllore che comincia a parlare in portoghese e non la finisce più. Talvolta mi fa delle domande alle quali rispondo con un “Concordo!”.
Finalmente apre il check-in. Due ore di coda. Fuori diluvia. Arrivederci Brasil, mi mancherai :(:(:( Non voglio tornare a casaaaaaaaa!!!


 On the way to Corcovado.




 Jokerfruit nella foresta.








 Ah, la folla!




 Copacabana.



 Pan di Zucchero e Urca.



 A sinistra Copacabana, sull'estrema destra il Corcovado.



GIORNO 19
Stranamente il viaggio in aereo mi regala un sonno ristoratore interrotto solo dalla cena alle 3:00 di notte a base di pollo, cous cous e una mini bottiglia di vino. Il cinese due sedili dietro di me mostra al mondo intero la sua debolezza di stomaco rimettendo il tutto sulla porta del bagno e sullo sfortunato signore in coda. No comment. Casualmente mi sveglio proprio mentre un sole rosso fuoco sorge sull'oceano.
Arrivati a Londra : aeroporto pulitissimo e perfetto, pieno di gente che ti dice dove andare e cosa fare. Altre tre ore di volo e la vacanza giunge al capolinea, solo l'abbronzatura testimonia ormai la mia permanenza sotto l'equatore. Che strano essere di nuovo a casa al freddo dopo diciotto giorni di estate!

Cosa ho imparato in questi diciotto giorni:

  • Posso sopravvivere senza internet e smalto.
  • Il mondo è bello perchè è vario.
  • Devo accettare la dura realtà: a volte le cinquantenni hanno meno cellulite di me.
  • I brasiliani sono persino più ignoranti in inglese degli italiani. La differenza è che che se ne fregano e continuano allegramente a parlare in portoghese! Se non altro, la poca propensione alle lingue è compensata da una grande socievolezza e gentilezza.

Per ora è tutto, passo e chiudo!
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